#utilità collettiva

Di ritorno in treno da Roma, riflettevo sulle parole dell’economista Vilfredo Pareto che sul finire dell’Ottocento si domandava quando un investimento creasse utilità a una collettività. Egli si rispose attribuendo la soddisfazione (utilità) di almeno un cittadino a patto che l’investimento non compromettesse il benessere generale. Potremmo semplicisticamente dedurre che in un equilibrio all’infinito (cittadini soddisfatti e cittadini insoddisfatti) ogni investimento ha una sua ragion d’essere, ma nelle parole di Pareto si nasconde la primigenia della soddisfazione sociale; difatti se un investimento produce utile (economico) a un cittadino non è detto che l’effetto sul benessere sociale, seppur relativamente negativo, sia da considerarsi in equilibrio all’utilità apportarta. Facciamo un esempio. Nel 2006 è stato inaugurato il più grande impianto idroelettrico al mondo sullo Yangtze, Cina centrale. Secondo fonti ufficiali della R.P.C. l’investiemnto si è reso necessario per il contenimento del rischio d’inondazioni nella parte meridionale del Paese, per rendere navigabile l’alto corso del fiume e stimolare i traffici commerciali, per diversificare la produzione di energia elettrica (utilità plurima). In effetti sono stati milioni i cittadini cinesi che hanno trovato soddisfazione da questo progetto, si potrebbe dire che ogni cittadino abbia visto relativamente innalzare il godimento globale e che quindi l’investimento sia stato utile all’interesse collettivo. Esiste almeno un cittadino insoddisfatto? Sì, ad esempio i milioni di cinesi trasferiti dai villaggi natii che altrimenti sarebbero finiti sott’acqua oppure i 1300 siti archeologici sommersi, senza contare le specie animali e vegetali che sono scomparse o scompariranno a causa della distruzione degli habitat. Alle cronache internazionali al progetto è contestato l’elevatissimo impatto ambientale. Volendo confrontare i diversi aspetti e supponendo di aver individuato una scala di misurazione omogenea, l’interpretazione degli effetti sociali ricadenti, equilibria l’utilità dell’investiemnto? A fronte di un utile confermato quanto un cittadino cinese sarebbe disponibile ad accettare per subire una variazione negativa di benessere? Quanto sarebbe disposto a pagare per evitare una variazione negativa di benessere?

Un Commento

  1. Pierluigi

    La diga delle tre gole è comunque posta in un paese famoso per il menefreghismo nei confronti dei protocolli ambientali e per lo smog derivante dalle centrali a carbone. La critica arriva anche per questo, oltre all’impatto ambientale e alla distruzione dei beni archeologici. Vedrei molto meglio micro e mini idro distribuiti su tutti quei paesetti che si trovavano nei pressi del fiume: la costruzione di un impianto simile non è molto furba vista la situazione cinese, mentre avrebbe un’importanza strategica spaventosa se la diga fosse più piccola ma in grado di generare energia all’occorrenza nel giro di pochi secondi (e di stoccare energia quando se ne produce in eccesso). Un esempio di questo è la diga gallese di Dinorwig.

    Questo era il lato tecnico. Il lato economico lo vedo un pò come se noi decidessimo oggi di inabissare la necropoli etrusca, siamo proprio sicuri di guadagnarci? Magari a breve termine, ma sulla lunga distanza?

    Una scala di misurazione per capire quanto un cittadino sarebbe disposto a pagare per evitare una variazione negativa di benessere deve contemplare questi aspetti e ricordare che da A a B ci si può arrivare attraverso infiniti percorsi e che quindi c’è sempre un’alternativa. Un buon metodo, IMHO, sarebbe il criterio “as low as reasonably achievable” per quanto riguarda il minor impatto possibile associato al rispetto del parere della popolazione non solo come volontà ma anche come metro del valore che la “perdita” ha per gli abitanti, A quel punto sceglie il cinese, è una questione di politica da seguire, magari in un’ottica più grande. E’ comunque l’interrogativo che si facevano tipo negli anni ’70 gli economisti per definire quale fosse il costo da pagare, diciamo la contropartita, corrispondente ad un certo impatto ambientale: il discorso ripeto è da allargare a tutte le opere (capisco il senso del tuo post), ma penso che comunque trovi alcuni approcci in testi specifici di impatto ambientale, magari se ne trovo qualcuno io trovo tra i miei te lo passo volentieri.

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